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OBAMA AL LAVORO PER NOMINE DELLA SQUADRA DEI SOGNI

Ultimo Aggiornamento: 07/11/2008 02:45
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07/11/2008 02:45

ROMA - Meno 75 giorni all'insediamento e la squadra della transizione di Barack Obama è al lavoro per scegliere i ministri della amministrazione che accompagnerà nel suo lavoro il presidente: ci sono i nomi veri, ma c'é anche un 'dream team' su cui si sbizzarrisce la fantasia.

Cosa succederebbe ad esempio se Obama mettesse in squadra gli avversari sconfitti? Hillary Clinton alla Sanità: è sempre stato il pallino della ex First Lady che andò a cozzare contro l'ostilità del Congresso nel primo mandato del marito Bill e adesso potrebbe meritarsi una doppia rivincita, magari affiancata da Elizabeth Edwards, la moglie tradita dell'ex avversario John Edwards che gira l'America facendo campagna per la lotta contro il cancro. E perché anche non John McCain al Consiglio per la Sicurezza Nazionale: l'ex candidato repubblicano prigioniero di guerra in Vietnam ha il pallino della difesa e ha rinfacciato spesso all'ex rivale durante la campagna elettorale di essere, almeno su questo fronte, più inesperto. L'elezione di Obama ha dato all'America una sferzata di ottimismo e lo stesso presidente eletto nel discorso della vittoria ha descritto l'America come la terra in cui "nessun sogno è impossibile".

Ed ecco che dunque è legittimo dar spazio all'immaginazione e pescare, per il 'dream team' di Obama, tra i "best e brightest", i maggiori talenti che gli Stati Uniti hanno da offrire: Warren Buffett al Tesoro, il generale David Petraeus al Pentagono, e perché non Bill Clinton al Dipartimento di Stato, dopo tutto non c'é presidente o capo di governo con cui l'ex Commander in Chief non abbia continuato a tenere rapporti con la sua fondazione internazionale, la Clinton Global Initiative? Sempre nell'ordine della squadra dei sogni è la presenza di un Arnold Schwarzenegger, il governatore verde della California, all'ambiente e di Magic Johnson, l'ex campione di basket malato di Aids al ministero delle aree urbane. E perché non dare qualcosa anche a Oprah Winfrey, la regina dei talk show che ha appoggiato Obama fin dalla prima ora. Le è stato chiesto ieri se avrebbe accettato un posto di ambasciatore, e lei ha detto sì. Purché, dicono i maligni, non sia in Sudafrica, il paese dove anni fa la conduttrice televisiva impiantò una scuola per sole ragazze che finì in uno scandalo quando alcune delle allieve vennero molestate dalle bidelle.




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