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Cosmogonia

Ultimo Aggiornamento: 07/11/2008 22:59
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07/11/2008 22:39

L'interrogativo di come abbia avuto origine la vita ha coinvolto molto la cultura umana e prima che la scienza elaborasse le teorie attuali, furono la religione e la filosofia le prime ad aver affrontato e tentato di fornire risposte a tale interrogativo.

Per gli aborigeni australiani, la creazione del mondo svolge un ruolo fondamentale. La creazione risale al Tempo del sogno, in cui gigantesche creature totemiche attraversarono la Terra cantando di ciò che incontravano (rocce, pozze d'acqua, animali, piante...) e così facendo portarono questi elementi alla creazione vera e propria.


Il mito della creazione babilonese è stato descritto nell'Enûma Elish, di cui esistono varie versioni e copie, la più antica delle quali è datata al 1700 a.C.. Secondo questo mito, il dio Marduk si armò per combattere il mostro Tiamat. Marduk distrusse Tiamat, tagliandola in due parti che divennero la terra ed il cielo. Dopo distrusse anche il marito di Tiamat, Kingu, usando il suo sangue per creare l'umanità.


Secondo i Bantu in origine la Terra non era altro che acqua e oscurità. Mbombo, il gigante bianco, governava questo caos. Un giorno egli sentì un fortissimo dolore allo stomaco e vomitò il sole, la luna e le stelle. Il sole splendeva perfidamente e l'acqua evaporò nelle nuvole. Gradualmente, apparvero delle colline asciutte. Mbombo vomitò di nuovo e questa volta vennero fuori gli alberi, gli animali, le persone e molte altre cose: la prima donna, il leopardo, l'aquila, l'incudine, la scimmia, il primo uomo, il firmamento, la medicina e la luce. Nchienge, la donna delle acque, viveva ad Est. Ella aveva un figlio, Woto, e una figlia, Labama. Woto fu il primo re dei Bakuba.


Secondo i Cherokee, in principio c'era solo l'acqua. Tutti gli animali vivevano sopra di essa ed il cielo era sommerso. Erano tutti curiosi di sapere cosa ci fosse sotto l'acqua ed un giorno Dayuni'si, lo scarabeo acquatico, si offrì volontario per esplorare. Esplorò la superficie, ma non riuscì a trovare nessun terreno solido. Esplorò sotto la superficie fino al fondo e tutto quello che trovò fu del fango che portò in superficie. Dopo aver preso il fango, esso cominciò a crescere ed a spargersi tutto intorno, fino a che non divenne la Terra così come la conosciamo.


Nella Sacra Scrittura si narra che Dio creò il mondo, ivi inteso l'universo, in sei giorni, riposandosi il settimo. Alcuni gruppi cristiani insegnano che si tratta di giorni letterali, mentre altri credono che il termine "giorno" debba essere inteso come "ere creative", della durata di migliaia o milioni di anni. Nella Genesi, il primo libro del testo sacro per ebrei e cristiani, ma riconosciuto anche dai musulmani, la narrazione della Creazione occupa i capitoli 1,1-2,4a. La Genesi si apre con le seguenti frasi: «In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.»


Secondo il mito ottocentesco dell'evoluzione, la vita partirebbe dall'abiogenesi (antico mito secondo cui dalla melma può uscire un essere complesso) e si svilupperebbe attraverso una selezione naturale. E' l'ipotesi della discendenza comune: tutta la vita presente sulla Terra discenderebbe da un comune antenato. Questa leggenda attualmente molto creduta si basa sull'osservazione del fatto che molte caratteristiche degli organismi viventi, come il codice genetico, in apparenza arbitrari, sono invece condivisi da tutti gli organismi.


Nel pensiero dei filosofi il problema dell'origine della vita è stato posto spesso al centro della riflessione. Le varie scuole di pensiero si distinguono tra quelle che attribuivano l'origine del cosmo a un principio o a una pluralità di fattori. Nel Poema sulla natura, Parmenide sostiene che la molteplicità e i mutamenti del mondo fisico sono illusori, e afferma che sola realtà è l'Essere. Questa concezione è diametralmente opposta alla tesi formulata da Eraclito, secondo il quale tutto il mondo non è che un flusso perennemente in divenire, nel quale nessuna cosa è mai la stessa poiché tutto si trasforma ed è in una continua evoluzione. Anche gli atomisti democritei si opponevano alla concezione di immobilismo degli eleati. La teoria atomistica prevedeva la coesistenza di Essere e Non essere. La realtà sarebbe originata da scontri casuali di atomi che si uniscono formando gli enti sensibili. Una teoria differente è elaborata da Anassagora secondo cui la vita sulla Terra si sarebbe sviluppata in seguito allo sviluppo di semi presenti in tutto l'Universo, armonizzati da un'intelligenza divina. Secondo Platone, il mondo visibile sarebbe opera del Demiurgo, una divinità che avrebbe traslato il mondo perfetto delle idee nel mondo terreno imperfetto. Diversa invece la concezione aristotelica: essendo Dio puro pensiero e immutabile, non può creare il mondo, che è anch’esso eterno.


Quale tra le tante è la vera risposta? Fino a poco tempo fa gli scienziati naturali consideravano certa la teoria dell'evoluzione, ma le ultime scoperte scientifiche portano quest'ultima al collasso, dimostrando la maggiore validità della teoria biblica della creazione. Di seguito vedrete un breve documentario sugli ultimi progressi della scienza sulla soluzione del problema dell'origine della vita...
[Modificato da 83pico@live.it 07/11/2008 22:59]
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