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La professione più felice

Ultimo Aggiornamento: 05/05/2010 20:03
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05/05/2010 20:03


Avvenire
I DATI DI UN'INDAGINE AMERICANA
Fare il prete la professione più felice
Giacomo Samek Lodovici
Nietzsche lo diceva con la sua tipica virulenza: «mi fanno pena questi preti
[.] per me essi sono dei prigionieri e dei marchiati. Colui che essi
chiamano redentore li ha caricati di ceppi. Di ceppi di falsi valori e di
folli parole! Ah, se qualcuno potesse redimerli dal loro redentore!». E la
sua convinzione - temiamo - è molto diffusa: i preti sono degli infelici e
dei frustrati.
Ma oggi, Giornata delle vocazioni, possiamo riferire di uno studio che
smentisce completamente questa visione. Infatti, da una ricerca del General
Social Survey dell'Università di Chicago, risulta che i membri del clero
sono la categoria "professionale" più felice e gratificata negli Stati
Uniti. Il dato si riferisce al periodo 1972-2006 ed è stato ricavato su un
campione di più di 50.000 americani. I ricercatori si aspettavano che le
professioni più gratificanti fossero quelle più prestigiose e remunerate.
Invece, a dispetto del disprezzo con cui sono spesso visti e del loro
modesto salario, i più soddisfatti del loro lavoro sono risultati proprio
preti e pastori. È vero, ci sono preti che lasciano il loro ministero: dal
1964 al 2004 i sacerdoti cattolici che hanno abbandonato il loro status sono
stati 69.063. Non c'è da stupirsi, visto che la Chiesa è stata sconquassata
da molte tempeste.[in primis quella del post-Concilio.....] Ma, nonostante
queste tempeste, 11.213 di loro sono poi ritornati indietro, pentiti della
loro scelta.
Quale può essere, allora, la ragione dei dati americani sopra citati?
Già questa ricerca spiega che gli uomini più felici sono quelli che si
dedicano agli altri e che hanno individuato un senso della vita. Cioè il
ritratto della vocazione dei membri del clero. In effetti, cercando di
approfondire, l'esperienza certifica l'esistenza di una connessione tra
amore e felicità: tutto ciò che facciamo per amore ci risulta meno gravoso
e, anzi, spesso, è tanto gioioso quanto più è intenso l'amore che proviamo.
Ad esempio, fare un lavoro non interessante per puro senso del dovere o solo
per guadagnarmi da viv ere è molto faticoso; mentre farlo per amore di mia
moglie, dei miei figli, di Dio se ho senso soprannaturale, può diventare
gratificante, come molte persone possono confermare. Infatti l'amore può
trasfigurare le nostre azioni e anche i nostri sacrifici rendendoli gioiosi.
Ancora, lo stesso Nietzsche diceva giustamente che chi detiene un senso
della vita può sopportare qualsiasi cosa.
Ebbene, a dispetto delle rappresentazioni fuorvianti del cristianesimo, che
lo descrivono come una prigione di estenuanti doveri e divieti, in realtà,
la sintesi dei comandamenti, l'essenza della morale cristiana incarnata dai
sacerdoti, è il comandamento dell'amore: «Amerai dunque il Signore Dio tuo
con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua forza» e
«il prossimo tuo come te stesso» (Mc 12, 29-31). Da questo comandamento
scaturiscono tutti gli altri. Non solo, ma questo comandamento dell'amore
coincide con il senso della vita.

Leggi Tutto: it.narkive.com/2007/8/21/3449198-la-professione-piu-felice.html#ixzz0...




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