Benedetto XVI: Chiusura sinodo, "l'amore per il prossimo nasce dall'ascolto della parola".

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00lunedì 27 ottobre 2008 08:46
A fare da filo conduttore a tutta l’omelia di Benedetto XVI, nella celebrazione conclusiva del Sinodo dei vescovi, ieri, è stato il comandamento dell’amore. “Essere discepoli di Cristo è mettere in pratica i suoi insegnamenti, che si riassumono nel primo e più grande comandamento della Legge divina, il comandamento dell’amore”, ha ricordato il Papa. Amore che deve essere “testimoniato concretamente nei rapporti tra le persone: devono essere rapporti di rispetto, di collaborazione, di aiuto generoso. Il prossimo da amare è anche il forestiero, l’orfano, la vedova e l’indigente”. Anche se “non mancano certo debolezze e difficoltà in quella comunità fondata di recente”, l’amore “tutto supera, tutto rinnova, tutto vince”. L’amore per il prossimo, però, ha ricordato il Santo Padre, “nasce dall’ascolto docile della Parola divina” e dalla sua incarnazione “nell’esistenza personale e comunitaria”. “In questa celebrazione eucaristica, che chiude i lavori sinodali – ha osservato il Papa -, avvertiamo in maniera singolare il legame che esiste tra l’ascolto amorevole della Parola di Dio e il servizio disinteressato verso i fratelli. Quante volte, nei giorni scorsi, abbiamo sentito esperienze e riflessioni che evidenziano il bisogno oggi emergente di un ascolto più intimo di Dio, di una conoscenza più vera della sua parola di salvezza”.
Per Benedetto XVI il “compito prioritario” della Chiesa “all’inizio di questo nuovo millennio” è “nutrirsi della Parola di Dio per rendere efficace l’impegno della nuova evangelizzazione”. Ma è anche necessario “tradurre in gesti di amore la Parola ascoltata, perché solo così diviene credibile l’annuncio del Vangelo, nonostante le umane fragilità che segnano le persone”. Poiché non di rado “l'incontro con la Scrittura rischia di non essere ‘un fatto’ di Chiesa, ma esposto al soggettivismo e all'arbitrarietà, diventa indispensabile una promozione pastorale robusta e credibile della conoscenza della Sacra Scrittura, per annunciare, celebrare e vivere la Parola nella comunità cristiana, dialogando con le culture del nostro tempo, mettendosi al servizio della verità e non delle ideologie correnti e incrementando il dialogo che Dio vuole avere con tutti gli uomini”. A questo scopo va curata “in modo speciale la preparazione dei pastori, preposti poi alla necessaria azione di diffondere la pratica biblica” e “incoraggiati gli sforzi in atto per suscitare il movimento biblico tra i laici, la formazione degli animatori dei gruppi, con particolare attenzione ai giovani”. “È da sostenere lo sforzo di far conoscere la fede attraverso la Parola di Dio anche a chi è ‘lontano’ e specialmente a quanti sono in sincera ricerca del senso della vita”, ha concluso il Papa.

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