Il Ministro dell'Istruzione: "Religione come le altre materie".

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00sabato 25 ottobre 2008 07:53
Modena, 24 ottobre 2008 - Il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, “boccia” i docenti dell’Istituto Guarini di Modena. Gli insegnanti si erano opposti alla richiesta della loro collega di religione di riconoscere alla sua materia un peso come credito formativo nei giudizi di fine anno: per i professori del Guarini sarebbe stata una discriminazione nei confronti degli studenti che non frequentano l’ora di religione.

Gelmini però dà ragione alla docente messa in minoranza: in una risposta scritta ad un’interrogazione della deputata forzista Isabella Bertolini (consegnata ieri agli atti della Camera), il ministro spiega che “la delibera assunta dal Collegio dei docenti dell’Istituto Guarini di Modena appare effettivamente illegittima in quanto il docente di religione cattolica ha diritto, nell’attribuzione del credito scolastico, ad una autonoma espressione di giudizio conforme agli esiti registrati nel proprio insegnamento”.

Pertanto, afferma ancora la Gelmini nella risposta scritta, l’Ufficio scolastico provinciale (Usp) di Modena ha invitato il preside del Guarini “a riesaminare la delibera adottata per il corrente anno scolastico perché ne sia modificato il contenuto” così da “veder riconosciuto ai docenti che svolgono l’insegnamento della religione cattolica, come a quelli delle attività alternative, la partecipazione a pieno titolo alle deliberazioni del Consiglio di classe concernenti l’attribuzione del credito scolastico”. E il dirigente del Guarini “ha accettato l’indicazione espressa dall’Usp a trattare la revisione dell’attuale delibera in sede di Collegio dei docenti all’inizio del nuovo anno scolastico”. Gelmini puntualizza anche che non risultano altre segnalazioni di casi analoghi all’Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna.

Il ministro dunque dà ragione a Bertolini che considerava la decisione dal Collegio dei docenti “in aperto contrasto con gli indirizzi ministeriali”, quindi “illegittima” e, per di più, “frutto di un sentimento e di un pregiudizio anticattolico, che contrasta apertamente con il principio di laicità che deve essere rappresentato, garantito e tutelato dalle istituzioni scolastiche”. La forzista chiedeva quindi il riconoscimento dei crediti formativi dell’ora di religione “alla stregua delle altre materie” anche per “evitare discriminazioni” con studenti che frequentano un altro istituto.

I fatti andarono così: la docente di religione, il 22 maggio scorso, avanzò la sua richiesta, ma i suoi colleghi, “a maggioranza” la hanno prima respinta e poi hanno approvato la proposta alternativa del Dirigente scolastico “di non esplicitare, tra i criteri per l’attribuzione del credito la voce relativa all’esito positivo riportato dagli studenti che si avvalgono dell’insegnamento di religione cattolica o delle attivita’ alternative o studio individuale”.

Secondo il preside, il peso di queste materie viene calcolato quando i docenti che le insegnano “partecipano collettivamente all’attribuzione del credito scolastico per l’interesse e l’impegno nella partecipazione al più ampio dialogo educativo”. L’Ufficio catechistico diocesano di Modena punto’ subito i piedi con una nota scritta in cui spiegava che una serie di ordinanze del ministero “ha aggiunto esplicitamente il giudizio dell’insegnante di religione alle altre voci che concorrono a determinare il credito scolastico”. Il preside del Guarini, invece, adottò un’interpretazione restrittiva di un’ordinanza, del marzo scorso sugli esami di stato, ma per Gelmini i docenti del Gelmini si sono sbagliati e ora devono correggere l’errore.
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