Il ministro dell’istruzione Gelmini contesta la decisione dei docenti dell’istituto Guarini di Modena, che si erano opposti alla richiesta dell’insegnante di religione di riconoscere alla sua materia crediti formativi per i giudizi di fine anno, affermando che ammettere ciò avrebbe comportato una discriminazione per i non frequentanti dell’Irc. I docenti, il 22 maggio, avevano respinto la richiesta a maggioranza, poi approvato una proposta alternativa del preside per “di non esplicitare, tra i criteri per l’attribuzione del credito la voce relativa all’esito positivo riportato dagli studenti che si avvalgono dell’insegnamento di religione cattolica o delle attività alternative o studio individuale”. L’Ufficio catechistico locale si è prontamento opposto, richiamandosi alle ordinanze ministeriali che tendono ad una parificazione tra Irc e altre materie.
Il caso è finito in Parlamento, con un’interrogazione della deputata forzista Isabella Bertolini, che ha definito la delibera dei docenti “illegittima in aperto contrasto con gli indirizzi ministeriali” e addirittura “frutto di un sentimento e di un pregiudizio anticattolico, che contrasta apertamente con il principio di laicità che deve essere rappresentato, garantito e tutelato dalle istituzioni scolastiche”, chiedendo che l’Irc abbia il riconoscimento di crediti formativi come le altre materie.
Il ministro Gelmini ha risposto che “la delibera assunta dal collegio dei docenti dell’istituto Guarini di Modena appare effettivamente illegittima in quanto il docente di religione cattolica ha diritto, nell’attribuzione del credito scolastico, ad una autonoma espressione di giudizio conforme agli esiti registrati nel proprio insegnamento”. Quindi l’Usp (Ufficio scolastico provinciale) di Modena ha invitato il preside del Guarini “a riesaminare la delibera adottata per il corrente anno scolastico perché ne sia modificato il contenuto” così da “veder riconosciuto ai docenti che svolgono l’insegnamento della religione cattolica, come a quelli delle attività alternative, la partecipazione a pieno titolo alle deliberazioni del Consiglio di classe concernenti l’attribuzione del credito scolastico”. Il preside “ha accettato l’indicazione espressa dall’Usp a trattare la revisione dell’attuale delibera in sede di Collegio dei docenti all’inizio del nuovo anno scolastico”.