Russia: reintrodotta dopo 92 anni l'ora di religione. Intervista con mons. Pezzi

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00giovedì 23 luglio 2009 17:51
Nelle scuole della Federazione Russa è stata reintrodotta come materia di studio l’ora di religione dopo 92 anni di esilio didattico, 70 dei quali sotto il comunismo. Lo studio della materia sarà inizialmente previsto in 18 regioni e 12 mila istituti e avverrà su base volontaria. Gli alunni potranno scegliere in alternativa l’insegnamento di “etica della cultura laica”. Su questa decisione del governo russo di reintrodurre l’insegnamento della religione Amedeo Lomonaco ha intervistato l’arcivescovo della “Madre di Dio” a Mosca, mons. Paolo Pezzi:

R. – Il primo commento è innanzitutto di un’accoglienza positiva di questa nuova legge. Una legge che tiene conto del fatto che dove ci siano determinate maggioranze religiose – quindi non necessariamente quella ortodossa – ci sia la possibilità dell’insegnamento di queste altre religioni. Questo riguarda, soprattutto in alcune regioni, l’insegnamento della religione islamica e del buddismo.

D. – E per quanto riguarda la religione cattolica?

R. – Di fatto, in quanto minoranza, non rientriamo in un piano di insegnamento ufficiale della religione cattolica. Se in alcune scuole la presenza di alunni cattolici fosse tale da giustificare la formazione di un gruppo, stiamo valutando di chiedere, eventualmente, questa possibilità.

D. – Quali sono le condizioni che hanno portato a questa decisione? C’è un’emergenza educativa, una volontà da parte del governo di rispondere a delle lacune sotto il profilo della formazione?

R. – Penso che questa sia la ragione principale, cioè l’accorgersi della necessità di tornare ad educare i giovani, tornare a dar loro una proposta convincente per la vita.

D. – Nella terra dove hanno attecchito per decenni le teorie di Marx, si riconosce che la religione non è l’oppio dei popoli...

R. – Questo, ormai, è acquisito da tempo. Non è più una posizione ideologica diffusa. Oggi c’è un anelito, un desiderio di cercare, anche nella religione, un senso alla vita, a mio parere molto forte. In questa direzione mi auguro che possa andare anche la reintroduzione dell’insegnamento religioso.

D. – Questo può essere, quindi, un primo passo importante anche per tutta la comunità cattolica russa?

R. – Lo ritengo comunque un fatto importante. Anche se noi non ne siamo coinvolti direttamente, ci sono due livelli da sottolineare: uno è quello di dare il nostro contributo con quella che è la nostra esperienza nell’ambito dell’insegnamento della religione cattolica in altri Paesi per poter arrivare ad avere degli istituti, delle scuole che siano autenticamente cristiane, aperte alla formazione integrale dell’uomo. Oggi non c’è una posizione generalmente pregiudiziale nei confronti della Chiesa cattolica e può essere questo un momento adatto per portare avanti questo discorso.




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