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Antichissima ed evocatrice di divinità dalle caratteristiche zoomorfe, la religione egizia attribuiva un'enorme importanza al culto dei morti e alla cura delle sepolture.
Nel passato la religione egizia era considerata come un corpo dottrinale sostanzialmente unitario, caratterizzato da una ininterrotta osservanza da parte del popolo presso il quale si era originato e impermeabile ad influenze esterne o mutamenti evolutivi. Negli ultimi tempi si è andata affermando una scuola di pensiero che tende a considerare le varie dottrine e le pratiche relative al culto distinte tra loro e inserite nel contesto storico dinamico del loro sviluppo. La religione egizia presenta alcuni aspetti peculiari che la distinguono in un certo modo dalle altre religioni fiorite nell’area mediterranea nell’antichità.
Una delle caratteristiche della religiosità egizia è lo sviluppo di culti locali, preponderante in epoca arcaica e predinastica e causato dalla distanza e dal conseguente isolamento dei gruppi umani. Amministrativamente l’Egitto era suddiviso in 42 distretti ed ogni divinità egizia era strettamente connessa con il nomos di origine ed aveva un centro di culto localizzato, come Osiride ad Abydos e Ptah a Menphi. Il rilievo dato alle divinità nelle singole regioni territoriali può essere spiegato anche con la divisione del paese in Alto Egitto e in Basso Egitto, che ebbero caratteristiche diverse e si svilupparono in modo indipendente anche dopo l'unificazione territoriale. Anche nel periodo successivo, quando le figure divine tendono ad unirsi in gruppi, i cicli delle leggende ad esse relative erano in rapporto con centri sacerdotali appartenenti a città diverse.