00 03/07/2009 18:50

C'è l'idea che in una democrazia che vuole essere tale la religione debba essere esclusa da qualsiasi spazio pubblico; che esistono orientamenti culturali e ideali — e quelli religiosi sarebbero i primi tra questi — i quali sono radicalmente incompatibili vuoi con la società democratica e con il suo ethos pubblico, vuoi più in generale con una moderna visione del mondo. E che quindi nell'università possa trovare posto e avere corso esclusivamente quello che si autodefinisce compiaciutamente il «libero pensiero». Idea inquietante che mette inevitabilmente capo a una sorta di obbligatorio laicismo di Stato, di pubblica preferenza sociale accordata all'irreligiosità: tutta roba in cui l'autentica tradizione liberale si è sempre ben guardata dal riconoscersi, ravvisandovi giustamente una più che probabile anticamera del dispotismo.




No, diciamola tutta la verità, la sinistra tiranna e laicista, per non ritrovarsi a dover rispondere a delle domande scomode, proibisce alla maniera sovietica una qualunque possibilità di dialogo, il tutto proprio per non ritrovarsi con il classico "pugno di mosche in mano" e la fuga dai suoi ranghi degli indecisi o coloro che ha attratto con l'inganno e le false promesse di libertà!



Paxuxu