00 08/05/2009 22:52
E' centrato sul dialogo interreligioso il secondo giorno del viaggio del papa in Terrasanta, con la visita che Benedetto XVI compira' alla moschea Al Hussein di Amman, dove incontrera' anche i capi religiosi musulmani, il Corpo diplomatico e i rettori delle universita' giordane. Tra i capi religiosi presenti anche il principe Ghazi, cugino del re, suo consigliere per gli affari religiosi e tra i promotori della lettera ''A common word'' dei 138 ulema ai capi cristiani del settembre 2007. La giornata del papa si apre dopo la messa in privato nella nunziatura di Amman, con la visita al Memoriale di Mose' sul Monte Nebo dove incontrera' gli archeologi francescani, e la successiva benedizione della prima pietra della Universita' del patriarcato latino a Madaba. Dopo questi impegni del mattino e il pranzo in nunziatura Benedetto XVI, visitera' la cattedrale greco-melkita di San Giorgio e li' celebrera' i vespri.

Pontefice: appoggiamo propose ragionevoli per il conflitto in Medio Oriente; aiuti concreti perche' i cristiani non lascino la Terra Santa.

L'aereo papale con a bordo Benedetto XVI, è atterrato ad Amman alle 13:25 ora italiana (14:25 locali). Ad attenderlo, autorità giordane, ecclesiastici e forze di sicurezza.

Affermare e "difendere" la "libertà religiosa" e i "diritti umani inalienabili" anche in Medio Oriente. Lo ha chiesto il Papa nel suo discorso all'aeroporto di Amman. Ha anche apprezzato il fatto che in Giordania i cristiani possano edificare liberamente i propri luoghi di culto.
"La libertà religiosa - ha detto il papa - è certamente un diritto umano fondamentale ed è mia fervida speranza e preghiera che il rispetto per i diritti inalienabili e la dignità di ogni uomo e di ogni donna giunga a essere sempre più affermato e difeso, non solo nel Medio Oriente, ma in ogni parte del mondo".

Il papa apprezza che la Giordania sia "in prima linea" nel sostenere "gli sforzi per trovare una giusta soluzione al conflitto israelo-palestinese". Benedetto XVI ha apprezzato l'accoglienza giordana ai rifugiati dell'Iraq e il tentativo giordano di "tenere a freno l'estremismo".

Il primo discorso di papa Benedetto XVI ad Amman è stato trasmesso in diretta anche dalla televisione satellitare araba Al Jazira.


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La chiesa e il papa appoggiano "posizioni realmente ragionevoli" per il processo di pace in Medio Oriente. "Questo abbiamo già fatto e vogliamo fare in futuro", ha detto il papa a bordo dell'aereo che lo ha portato ad Amman, in Giordania, precisando che la chiesa può svolgere questo ruolo perché "non è un potere politico ma una forza spirituale".
Papa Ratzinger, che rispondeva a una domanda sul contributo del suo viaggio al processo di pace alla vigilia dell'incontro dei leader israeliani e palestinesi con il presidente Usa Barack Obama, ha ricordato che la Chiesa può contribuire a tre livelli: con la preghiera che "apre a Dio e può agire nella storia e può portare alla pace"; con la "formazione delle coscienze" per evitare che siano "ostacolate da interessi particolari"; con la "ragione: non essendo parte politica più facilmente possiamo aiutare a vedere i criteri veri e ciò che serve realmente alla pace".

Il papa è convinto che il dialogo con gli ebrei "nonostante i malintesi", faccia "progressi e questo aiuterà la pace e il cammino reciproco". Lo ha detto Benedetto XVI in volo verso Amman, spiegando che i malintesi sono inevitabili quando per "duemila anni si è stati distinti, anzi separati".
E' "importante - ha detto il papa - che ebrei e cristiani abbiamo la stessa radice nella bibbia e gli stessi libri dell'Antico testamento, che sono libri di liberazione: naturalmente dove per duemila anni si è stati distinti, anzi separati, non c'é da meravigliarsi che ci siano malintesi; c'é un cosmo semantico diverso sicché le stesse parole significano cose diverse". "Dobbiamo fare di tutto - ha concluso - per imparare gli uni dagli altri, facciamo grandi progressi e ci sono grandi possibilità".

Il papa incoraggia "i cristiani della Terrasanta e del Medio Oriente a restare nelle loro terre" di cui sono "componente importante, e chiede per loro "cose concrete" come "scuole e ospedali". Lo ha detto il pontefice rispondendo a una domanda sulla estinzione della presenza cristiana in Medio Oriente.
"Con aiuti concreti - ha aggiunto il papa - spero i cristiani siano incoraggiati a rimanere, spero realmente possano trovare il coraggio, l'umiltà e la pazienza per restare in questi Paesi ed offrire il loro contributo per il futuro di pace di questi Paesi". Papa Ratzinger ha anche sottolineato l'importanza di scuole e università che formino "giovani arabi e una elite di cristiani preparati a lavorare per la pace", e ha citato l'università di Madaba in Giordania della quale benedirà la prima pietra durante questo suo viaggio.

Il papa considera "importante un dialogo trilaterale tra le tre religioni monoteiste". Benedetto XVI ricorda di essere stato personalmente "cofondatore di una fondazione trilaterale" che ha tra l'altro curato una edizione comune di bibbia ebraica, bibbia cristiana e corano. Il dialogo trilaterale, ha commentato Benedetto XVI, "é importantissimo per la pace e per vivere ognuno bene la propria religione".