L'ora di Religione

UNA EX MAGA SI RACCONTA

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    Jon Konneri
    Post: 18
    Città: PALERMO
    Età: 54
    Sesso: Maschile
    00 26/07/2009 01:32
    La mia storia è molto triste, una storia che è difficile raccontare. Mi sento forte­mente sporca, indegna, disgraziata.

    Vorrei dare la colpa di tutto quello che mi è accaduto ai miei parenti, ma non posso ritornare ad essere bugiarda e devo ammettere che potevo fermarmi nel compiere tanto male, ma era più forte di me, non riuscivo a bloccare il desiderio di essere cattiva e di godere nel sapere che gli altri soffrivano.

    Non era solamente il forte guadagno a darmi piacere, anche se l'idea stessa di guadagnare tanti soldi mi rendeva follemente felice, ma arrivava dalla sof­ferenza degli altri, la mia realizzazione. Sì, perché più male causavo agli altri, più poteri ottenevo. Da chi, vi domande­rete. Da colui che è l'avversario di Dio, il male personificato, l'odio vivente, la disgrazia di chi non sta con Gesù. Io, Francesca, ero al servizio di satana. Ogni notte rimanevo sveglia per incontrare il maligno nelle pratiche magiche, per preparare intrugli magici, per invocarlo di ascoltare quanto mi veniva chiesto da coloro che venivano a trovarmi.

    Chiedevo di aiutarmi nel mio lavoro di esaudire i clienti, che venivano a sollecitare l'intervento suo per rovinare persone, anche parenti, per soddisfare la superbia di altre.

    Anche se vorrei tanto maledire chi mi portò a praticare la magia, non posso più tornare a vivere come prima, perché sono rinata, sono un'altra persona, ho incontrato la Madonna a Medjugorje. Lì mi sono convertita.

    La mia infanzia fu normale fino a dieci anni circa, non potevo capire cosa succedeva a casa mia, ma ricordo che c'era un ambiente pesante, tante discussioni e continui litigi tra i miei, non c'era pace e nessuno frequentava la Messa. Ricordo che mai si facevano preghiere a casa, e sono cresciuta quasi senza sapere nulla del Signore e della Madonna.

    Cresciuta, compresi quello che facevano a casa mia con la magia ed io divenni una esperta fattucchiera, chiaroveggente o sensitiva. I miei parenti mi passarono i libri dei segreti, sapevo molto sugli intrugli o preparati per legare persone, sfasciare matrimoni, causare disgrazie alle persone, arrecare fallimenti economici e personali. Avevo tra le mani la possibilità di distruggere e di "aiutare" quelli che venivano da me ad implorare il mio aiuto, ma non sapevano che non era a me che veniva chiesto l'aiuto, ma al diavolo.

    Tutti coloro che frequentano maghi e fattucchiere non si rendono conto del tremendo legamento che avviene con essi, frequentandoli anche per una sola volta. Solo le preghiere di liberazione dei Sacerdoti li libererà da questo micidiale legamento, che significa dipendenza spirituale dal diavolo, influssi negativi e tristi sulla persona, sul lavoro, sugli affetti, su tutto. Succedono incidenti strani, malattie inspiegabili, e nessuno pensa che la causa è da attribuire alla visita fatta al mago o alla fattucchiera. Mai e poi mai questi che operano nel mondo dell'occulto potranno liberarvi dalle fatture o da strane malattie, anche se per un certo periodo sembrerà che l'intervento del mago sia stato efficace. Invece, se non c'è più il sintomo di una malattia o il matrimonio ritorna in pace, succederà qualcosa di diverso.

    Mi piaceva molto quello che facevo, incontravo molta gente e guadagnavo molti soldi. Non provavo alcun dolore nel preparare polverine con sangue essiccato, testa di gallina tritata ed altro, che sarebbero servite a rovinare una coppia di sposi, a causare malattie, confusione mentale, squilibrio psichico, turbe mentali, sonnolenza, tristezza, fallimento nella vita, perdita dell'onore, allontanamento da Dio.
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    Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
    nell'aldilà

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    Jon Konneri
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    Città: PALERMO
    Età: 54
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    00 26/07/2009 01:33
    La prima cosa che si cercava di fare, era quella di infondere il rifiuto del sacro nelle persone colpite dalla fattura. Infatti, se la persona non prega più (se pregava), avrà pochissime possibilità di chiedere aiuto a Dio. Ma non ero io ad infondere il rifiuto del sacro, bensì colui che invocavo ogni notte. Lui doveva rimanere nella mente della persona colpita, ispirando continui pensieri contro Gesù e la Madonna, contro i Sacerdoti e la preghiera. Col tempo, la persona non avrebbe più creduto in Dio, aprendosi la porta verso l'abisso infer­nale. Sapeste quanti sono oggi quelli colpiti da queste fatture...

    Il motivo che quasi sempre spingeva tantissime persone a venire a chiedere il mio intervento per distruggere economi­camente, fisicamente, mentalmente una persona, era dovuto all'invidia. Quante volte ho preparato fatture richieste dalle suocere per le nuore, dalle nuore per le suocere, da fratelli contro altri fratelli, da sorelle contro altre sorelle. A pensarci mi faccio schifo. Con la mia maledetta ope­ra di fattucchiera ho distrutto, letteral­mente distrutto persone e famiglie. Dio mi potrà mai perdonare?!? Ero pazza, agivo come fuori di me, incapace di fermarmi a vedere cosa stavo procu­rando a famiglie intere.

    Non tutte le fatture che preparavo erano efficaci, perché se la persona che si doveva colpire aveva una Fede forte, non si poteva assolutamente disturbare. E quando mi accorgevo che quella per­sona non poteva essere colpita, diven­tavo come un'ossessa e dicevo molte be­stemmie, più di quelle che ripetevo come le litanie, quando la notte prepa­ravo le fatture ed invocavo il diavolo. Per preparare le fatture occorre essere amici del diavolo e lui è sempre presente quando si mescolano gli intrugli.

    Ora mi rendo conto di avere ricevuto un grande miracolo, proprio grande, per­ché come dice Gesù: "Era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato" (Lc 15,24). Ero morta spiri­tualmente, ora gioisco grazie al mio Signore. Ma è stata la Madonna ad ottenermi questa Grazia, perché essendo stata invitata da una vicina di casa, ignara del mio lavoro, ad andare a Medjugorje, pensai a rilassarmi e feci il viaggio, ma odiavo tutti quelli che nel pullman pregavano e auguravo loro ogni male, ma erano protetti dalla loro fede, dalla loro preghiera. Arrivati lì, pensavo a tutto, tranne ad entrare nella Chiesa di San Giacomo, ma spinta dalla mia amica vi entrai. Non volevo inginocchiarmi e non lo feci. Rifiutavo tutto il sacro che vi era dentro e volevo bestemmiare ad alta voce, sentivo che il diavolo si era scate­nato dentro di me e mi spingeva a com­piere qualche gesto folle. Mi allontanai dalla loro presenza, perché li odiavo e camminavo senza guardare dove anda­vo. Vidi la statua della Madonna, mi avvicinai e la guardai. Fissai i suoi occhi, Lei mi guardava, il suo sguardo mi penetrava dentro, mi rovistava, stava succedendo qualcosa di imprevedibile e che non riuscivo a fermare.

    Cominciai ad avvertire strane sensa­zioni, la testa si alleggeriva da tanti pen­sieri, cominciai a pensare a tutto il male che avevo fatto, ma questo in pochi se­condi, tutto si svolgeva molto veloce­mente e non ero io a guidare la mia men­te. Forse in meno di un minuto mi resi conto che la mia vita era stata solo un fallimento, scoppiai a piangere, sin­ghiozzavo, fiumi di lacrime mi cadeva­no dagli occhi e Lei lì, una statua che mi fissava e sentivo che mi diceva perché avevo compiuto tutto quel male. Perché ero stata così cattiva e chi aveva pregato così tanto per la mia conversione?

    Dinanzi la statua della Madonna mi sono sentita sporca, cattiva ed impura. Ho provato per la prima volta vergogna di me stessa, anche se ero sola e nessuno mi ve­deva, o meglio, la Madonna mi guardava. La statua, ferma e silenziosa sembrava avere un cuore che vi batteva dentro. La verità è che il Cuore della Madonna in quei momenti l'ho avvertito dentro me, sentivo pulsare dentro, l'amore che per la prima volta nella mia vita provavo e piangevo, continuavo a piangere a dirotto.

    In quei momenti l'amore verso la Madonna aumentò in maniera impres­sionante, sentivo che l'amavo come niente e nessuna cosa prima, anche se non sapevo nulla di Lei. Non avevo mai pregato in vita mia, non avevo fatto la Prima Comunione perché i miei erano contrari a tutto ciò che riguardava il sacro.

    Dinanzi la statua della Madonna ho provato momenti di dolore per tutto il male che ho fatto nella mia vita; ho provato anche momenti di grandissima gioia, perché avevo scoperto che amavo. Mi sembrava di avere un cuore, mi accorgevo della sua esistenza, lo sentivo battere nel mio petto, lo seguivo con commozione ed in silenzio interiore.

    Ero stata amata dalla Madonna, Lei mi ha insegnato ad amare. La mia vita era stata sempre piena di inquietudini, di invidie, di tristezza. Ho solo odiato nella mia vita, ma cosa ne avevo guadagnato?

    Niente riguardo la vera gioia che si prova rimanen­do a guardare la statua della Madonna.

    Il male che facevo prima era per me lo scopo della vi­ta, e più procuravo del male agli altri, più cresceva in me il desiderio di compiere del male. Parlando con un Padre francescano, mi spie­gò che ognuno di noi si sen­te fortemente attratto da ciò che compie, di buono o di cattivo. Chi fa del bene, sente il desiderio di farne ancora, chi fa del male, prova un forte piacere, aumentando la sua malizia. Non mi rendevo conto, ma ero una vera strega. Una indiavolata.

    Chi compie del male, non riesce più a controllarsi, diventa schiavo della sua malvagità e l'influenza del diavolo aumen­ta a dismisura. È facile fare del male, so­prattutto senza essere visti, ma interior­mente ti svuoti sempre di più, non senti più emozioni, non hai più la consapevolezza della realtà, sembri vivere in un altro mon­do, ed è il mondo infernale. Che tristezza.

    Chi compie del male, si rallegra per i danni causati agli altri, ma dovrà darne amaramente conto a Dio. Finchè uno vive come fuori di sé, accecato dall'invidia e dalla cattiveria, non si rende conto dei danni morali, economici e fisici che causa agli altri, anzi, prova grandi piaceri, gioi­sce delle disgrazie altrui. Proprio come fa il diavolo. E chi fa questo genere di male, diventa come un diavolo, perché si riem­pie del suo spirito, si lascia guidare, diven­ta una persona posseduta dal diavolo.
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    Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
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    Jon Konneri
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    Età: 54
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    00 26/07/2009 01:33
    Provo orrore quando penso al male che ho compiuto, alle persone innocenti che hanno sofferto, alle coppie che si sono separate, ai disastri economici causati. Anche se non me ne rendevo conto, so adesso che la mia responsabilità è enorme. Anche se non ho ricevuto un'educazione corretta, mi accorgevo delle sofferenze che causavo, mi rendevo conto che la mia opera era disonesta e perfida. Non posso ora coprirmi con queste scuse. Non posso dare la colpa agli altri, liberamente eseguivo le richieste dei clienti.

    Il ricordo dei clienti mi turba ancora, perché nessuno veniva per fare del bene agli altri -d'altronde non sarebbero venuti da me -, in ognuno era visibile nel volto una cattiveria e una crudeltà spaventosa, e alla base di ogni richiesta c'era l'invidia verso qualcuno. Erano meno coloro che chiedevano qualcosa di personale, mentre i più venivano per arrecare danno ai familiari, parenti e conoscenti.

    Parlerò anche di quali richieste faceva­no contro i familiari - madre contro figlia, sorella contro sorella -.

    Non ho mai conosciuto veramente la felicità cristiana, non ho mai gioito e non ho mai amato. Perché Gesù ha usato misericordia con me? Non trovo una spiegazione, devo solo ripetermi che Gesù è buono e vuole salvare tutti. Forse Gesù ha considerato che la mia attività di maga era dovuta all'ambiente della mia fami­glia? Ma ci sono tante persone come ero io e forse migliori di me, eppure, non ho mai sentito dire che qualche fattucchiera si sia convertita a Dio. Parlo di me come una ex maga senza provare vergogna, adesso sono una creatura nuova, rinata nell'amore di Gesù e desiderosa di riparare il male fatto a tante persone.

    Ho chiesto al mio Padre spirituale il permesso di entrare in un monastero di clausura. Aspetto la sua risposta.

    Il Padre spirituale non l'ho trovato subito, anche perché non ne comprendevo assolutamente il ruolo e la necessità. Anzi, dopo essere stata a Medjugorje e avere ricevuto il grande dono dalla Madonna della mia conversione, ero convinta di non dovere andare a confessarmi, perché quando scoppiai a piangere lì, avevo chiesto perdono a tutto il mondo per la mia cattiveria, per tutto il male che ho commesso, per tutte le persone che hanno sofferto. Perdono, gridavo dentro di me. Ma chi poteva perdonarmi? Le lacrime mi sgorgavano come da una fontanella, avevo vergogna e ripetevo nella mia mente: perdono, perdonatemi, pietà di me. Quelle lacrime non cambiarono in un istante il mio cuore, nel senso che il mio cuore era troppo insensibile ancora, perché erano cambiati solamente i miei pensieri, era la mia mente a rifiutare la magia e a cercare il bene, ma il mio cuore era molto legato alla vita passata. Riflettevo in quei giorni proprio su questo: è la mia mente a stabilire se vivere bene o male, se amare oppure odiare, se seguire Dio o il diavolo, mentre il cuore si riempie degli affetti che la mente stabilisce e la volontà compie. Forse non sono chiara, ma voglio dire che le decisioni sono prese dalla mente, siamo noi a stabilire cosa vogliamo fare e resistere alle influenze esteriori. Il cuore diventa buono o cattivo dai pensieri della persona, che diventano azioni o parole che si pronunciano. Dovevo molto lavorare interiormente per trasformare il mio cuore.

    Riflettevo molto, rimanevo tutto il giorno a riflettere e questo mi ha aiutato tantissimo. Sentivo di potere resistere ai miei istinti, che ancora erano fortissimi dentro me, meditavo sulla mia conver­sione e mi proponevo di non seguire quei pensieri che mi facevano ricordare la vita passata. Adesso riconosco che quella riflessione mi dava maggiore forza nel resistere alle mie debolezze e ad impe­gnarmi nella vita spirituale. Non era facile cambiare la mia vita, non potevo farcela da sola, era troppo grande il cambiamento che era avvenuto in me.

    Ritornando dal pellegrinaggio, non pensavo di incontrare un Sacerdote come guida, ho cominciato a frequentare un gruppo di preghiera e a partecipare ogni giorno alla Santa Messa. Il grande aiuto mi è arrivato leggendo il libro DIO È VIVO, dell'Associazione Gesù e Maria, infatti, mi ha dato i fondamenti della Fede Cattolica, ho cominciato a conoscere la Legge di Dio. Questo libro mi ha dato un grande entusiasmo per la Chiesa di Gesù, per la sua Persona Divina e la sua vita. Ho letto subito il Vangelo e mi commuovevo nel meditare i miracoli di Gesù, rimanevo sba­lordita per i suoi insegnamenti. Leggendo DIO È VIVO ho scoperto i Sacramenti ed io non ero né battezzata e neanche avevo fatto la Prima Comunione. Il gruppo di preghiera che frequentavo mi face cono­scere il parroco vicino casa mia, anziano ma molto buono, e mi incoraggiò a perse­verare, promettendomi di darmi tutti gli aiuti per ricevere i Sacramenti. Passò del tempo, ero diventata una cristiana e mi confessavo, ma non davo ancora impor­tanza al Padre spirituale. Ero superba. La causa non era tanto la mia poca cono­scenza delle cose di Dio, ero troppo sicura di me. Lo ero stata per tutta la vita. Nel tempo mi accorsi che non ero capace di trovare la soluzione giusta nelle scelte che dovevo fare, anzi, sbagliavo sempre nel mio agire. Una mia amica mi parlò del Padre spirituale, della necessità di con­frontarmi con un uomo di Dio e di aprirmi con umiltà. Ero chiamata ad obbedire. Ma già da tempo obbedivo a Gesù e non più a me, ma ascoltare un uomo era diverso, perché ho dovuto seguire le sue indi­cazioni nelle scelte che dovevo fare.

    Mi decisi di andare e presi un appun­tamento per incontrarlo in un'altra città. Il primo incontro fu molto cordiale, mi sentii compresa, non mi guardava con sdegno, eppure meritavo la fucilazione. Anche il mio parroco era stato comprensivo nella Confessione, mi aveva dato penitenze per riparare, poche a quanto meritavo.

    Con il Padre spirituale fu un incontro misterioso. Voglio dire che avvertivo qual­cosa di soprannaturale, sentivo che mi guardava dentro, anche se lui non mi fissava, era pensieroso, assorto. Mi lasciò parlare per un poco, poi mi interruppe e continuò lui. Parlava e mi diceva dei sentimenti che provavo in quel momento e quelli che provavo prima, mi leggeva dentro, mi esaminava spiritualmente. Ero sbalordita, commossa e piena di gioia. Avevo trovato chi mi conosceva meglio di me stessa, e poteva aiutarmi a dare un nuovo senso alla mia tormentata vita. Fu così che alla fine di quel primo colloquio gli dissi di volere entrare in clausura, ma lui disse che era ancora molto presto. La cosa strana è che fino a poco prima di incontrare il mio Padre spirituale per la prima volta, non mi era affatto passato per la mente il pensiero di diventare monaca di clausura. Ma davanti a lui, alla fine dell'in­contro, dissi proprio questo: voglio entrare in clausura. Ricordo benissimo che durante il colloquio non si era parlato assolutamente di clausura o di una mia consacrazione. Eppure, io lo dissi. L'unica spiegazione che mi davo era questa: in quell'incontro lo Spirito Santo era presen­te, ed io ne ero stata avvolta. Fui io a parlare di clausura, ma lì era lo Spirito Divino ad operare. Dissi di volere entrare in clausura, ma il Padre spirituale mi invitò a fare prima un cammino di Fede serio e coerente, per la clausura era molto presto.

    Finito il primo incontro con lui, com­presi la grandissima necessità della guida spirituale, e la convinzione che non potevo più sbagliarmi nella vita, che dovevo con­frontarmi con lui, per essere aiutata a fare la volontà di Dio.

    Dio è veramente buono e misericordio­so. Egli ci ama sul serio e non considera ciò che eravamo prima di conoscerlo, ma ciò che siamo. Con questa testimonianza desidero dirvi di non ricorrere mai, mai, mai, dai maghi: è la vostra rovina. Capirete quando vi racconterò la malizia della ma­gia che usavo per fare del male e gli effetti.
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    Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
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    Jon Konneri
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    Città: PALERMO
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    00 26/07/2009 01:35
    UNA EX MAGA SI RACCONTA_2

    Tra i preparativi di fatture e maledi­zioni, gli appuntamenti con le persone che venivano a trovarmi, ho avuto anche alcu­ne relazioni sentimentali. Anche una fat­tucchiera si innamora. Non è l'amore puro e bello che sto provando adesso, quello che avevo prima era un amore selvaggio, impulsivo, irragionevole.

    Seguivo il mio istinto, non ragionavo sulla liceità di una relazione. Non seguivo i sentimenti e la ragione per valutare l'op­portunità della relazione, consideravo solo se era simpatico. Non ho incontrato molti uomini, anzi, pochissimi.

    La vita sentimentale l'ho vissuta in mo­do agitato. In verità, tutta la mia vita è stata un'agitazione ininterrotta, fino all'incontro con la Madonna.

    Anche nella sfera sentimentale non ho provato quelle gioie che vedo nei volti di due persone innamorate. In me c'era come un velo scuro davanti agli occhi, forse lo avevo anche nella mente.

    Mi guidava l'irrazionalità, non la saggezza o il buonsenso. Ero trasgressiva senza realizzarlo nella pratica. Che stranezza.

    Adesso ho compreso come mai, pur essendo cosi trasgressiva non ricercavo negli uomini il vizio del peccato. C'era qualcosa... o qualcuno che mi guidava a dedicarmi al lavoro di fattucchiera. Il dia­volo mi guidava e mi dava quelle energie e quella insaziabile sete di danneggiare le persone.

    Vivevo per questo. Pensavo ai lavori che dovevano realizzarsi nel tempo e pe­riodicamente mi sentivo con i clienti per conoscere lo stato delle situazioni. Però, se volevo, potevo sapere notizie anche du­rante i riti magici che compivo la notte tra le due e le tre. Però avevo paura, non vole­vo vedere neanche nella mia mente il volto agghiacciante e bruttissimo del diavolo.

    Ero molto combattuta, vivevo una dissociazione interna, eppure, non potevo fa­re a meno di desiderare il male degli altri.

    Era una droga e questa droga me la pas­sava continuamente satana. La droga era il suo spirito, la sua vicinanza.

    Una volta venne un uomo che deside­rava una sua collega, ma non era corris­posto. Mi chiese cosa doveva fare e quanto doveva pagare. Diceva di essere innamo­rato della donna e avrebbe fatto follie per sposarla.

    Come al solito chiesi di portarmi qual­cosa di personale della donna, che io avrei poi utilizzato durante i riti magici, sempre la notte.

    Dopo il primo incontro cominciai a pensare spesso a quell'uomo, strani pen­sieri mi arrivavano alla mente. Decisi di attirarlo a me, invece di farlo fidanzare con la collega.

    Così, quando mi portò alcuni effetti personali della donna, li buttai di nascosto e lavorai ad alcune mie cose personali. Gli diedi una innocua miscela da iniettare in un cioccolato o in un dolce. Quella miscela era acqua.

    Invece, la vera fattura la feci bere a lui, offrendogli una bibita. Dopo alcuni giorni ritornò, disse che pensava di meno a quella donna, in modo discontinuo. E cominciò a farmi complimenti. Uscimmo insieme e dichiarò di essere innamorato di me, che non poteva fare a meno di me e che era pronto a sposarmi.

    Io pensai di avere ecceduto nella preparazione della miscela. Era proprio cotto.

    Ci frequentammo per un mese circa, mi stancai e non volli più incontrarlo. Lui non voleva allontanarsi, così la notte preparai una miscela per fargli arrivare da satana pensieri di allontanamento da me. Cosa che è pure riuscita bene.

    Adesso mi chiedo se sia stato un bene per quell'uomo non avere sposato quella donna, perché avremmo dovuto utilizzare la magia occulta per creare un matrimonio con l'aiuto del diavolo.

    E se lo sposavo io senza l'aiuto della magia? La vita cambia dalle scelte fatte. Adesso dico questo, ma allora non pen­savo affatto al matrimonio, io vivevo per soddisfare la mia sete satanica, preparando la notte fatture per arrecare gravi mali a persone e famiglie.



    Sono stata ad un ritiro con un gruppo mariano nei locali delle monache di clau­sura. Ogni volta che entro in un monastero la gioia mi pervade, mi aiuta a racco­gliermi, a ritrovare me stessa. A casa non posso trovare questa pace perché il rumore esterno è troppo chiassoso. La pace la de­vo portare dentro me, ma come è possibile trovare così presto la vera pace interiore dopo avere danneggiato tantissime perso­ne? Ritorno sempre a pensare al male.

    Non sono diventata scrupolosa e non vedo ovunque il peccato, è il grande aiuto che ricevo dal mio Padre spirituale a darmi determinate conoscenze. La giustizia di Dio è molto precisa. Dio è Amore, infatti, ha dimenticato tutti i miei peccati dopo la mia Confessione, rimane da riparare o espiare i miei peccati. Nella Confessione mi è stata tolta la colpa a causa del mio pentimento, rimane la pena da espiare. E siccome non voglio finire in Purgatorio, voglio condurre una vita impegnata.

    Senza la Madonna non potrei mai con­tinuare questo cammino di conversione, ne faccio esperienza ogni giorno e l'ho let­to nel Trattato della vera devozione di San Luigi da Montfort.

    E molto facile seguire tutte le tentazio­ni che mi arrivano alla mente, solo l'aiuto soprannaturale mi dona la forza di resi­stere. Senza la preghiera non potrei mai continuare questo cammino di conversio­ne. Sono moltissime le tentazioni che mi assalgono e questo manifesta che devo an­cora purificarmi ed avere il dominio della mia volontà. D'altronde ognuno di noi è creato per la vita eterna, non per questo breve tempo che si rimane qui.

    Quindi, in quel monastero ho sentito molta pace e provavo gioia. Non si è al­lontanato dalla mia mente il desiderio di diventare monaca di clausura, non dipende solo da me. Quello che ho visto lì dentro mi ha commosso. L'atmosfera mistica, il silenzio, il raccoglimento delle monache, i loro modi dolci e soavi. Ho visto un mon­do diverso, vero, spirituale, opposto al no­stro mondo. Un luogo diametralmente op­posto ed autentico rispetto al mondo in­gannevole in cui viviamo.

    Siamo rimasti un giorno in ritiro, ab­biamo partecipato in Chiesa alle preghiere con le monache e ci siamo ravvivati nei propositi e nel cammino di preghiera.

    Quando si fa l'esperienza del ritiro, si prova una nuova spinta interiore, ci si sen­te più spirituali e buoni. L'adorazione al Santissimo è stato il momento più bello, per il silenzio contemplativo e l'odore pu­rissimo che sentivo attorno a me.

    Avevo sentore di un profumo mai sen­tito, forse era l'incenso, ma non l'avevo mai avvertito un incenso simile. Conoscevo invece un fetore insoppor­tabile quando ero intenta di notte a lavo­rare le fatture. Non riesco adesso a capaci­tarmi come potevo tollerare la presenza e il fetore di interiora di animali e di resistere dinanzi a certi miscugli vomitevoli.

    L'ho scritto già che ero fuori di me quando ero intenta a fare del male agli al­tri. Il pensiero di danneggiare e di operare il male mi faceva andare in eccitazione.

    Avevo una tale emozionalità da sentir­mi un'altra persona.

    Avevo una forza incredibile, un vigore da sembrare drogata, mentre era lo spirito di satana a caricarmi di continuo. Ero una sua schiava. Non ero consapevole.

    Ho scritto che molte persone insospet­tabili chiedono l'aiuto della magia occulta per migliorare le vendite e per proteggersi da altri concorrenti dediti pure alla magia.

    È vero che il diavolo dà la sua prote­zione, in cambio però chiede l'anima. Anche se non c'è un accordo concreto, è ovvio che il diavolo dà una mano per prendersi il braccio e tutta la persona, e portarla un giorno insieme a lui nell'infer­no. Come non si capisce questo dramma? Molti ricorrono alla magia, più di quanto pensiate. Il danno gravissimo del ricorso alla magia è quello di voler ottenere qualcosa, danneg­giando gli altri. Non deve lasciarci indiffe­renti, è bene riflettere sulle conseguenze del ricorso alla magia.

    Un negoziante che vuole attirare i clienti con la magia, può riceverne vantag­gi, ma se il diavolo permette questo au­mento di incasso, causerà malattie strane in famiglia, litigi gravi, incidenti ed altro.

    Lui dà qualcosa, ma è libero di agire come vuole nella persona che è ricorsa alla magia occulta. Fino a quando non si cerca la magia, il diavolo è incatenato, soprattut­to dinanzi a chi prega molto ed è consacra­to alla Madonna. Il discorso è diverso per chi non è protetto dalla Grazia di Dio.

    Ci si rivolge alla magia per averne dei vantaggi anche attraverso il danno arre­cato ad altri concorrenti, il dazio che si dovrà pagare lo sa solo il diavolo. Ripeto, rivolgendosi alla magia si dà libero acces­so al diavolo di fare quello che vuole con­tro la persona e contro la sua famiglia.

    Molti di quelli che ricorrono alla ma­gia, utilizzano qualche simbolo riferente al diavolo nell'ambiente del lavoro o nelle foto o nella pubblicità sui manifesti o in te­levisione. Sono simboli satanici che non si vedono facilmente, sono camuffati e mis­chiati in mezzo ad altri simboli. I simboli satanici indicano che il titolare è ricorso al­la magia occulta e tutti i prodotti che vende sono `protetti "dal diavolo.

    Come mai dinanzi a due prodotti simili e sconosciuti ne scegliamo uno senza al­cun motivo apparente? Mi riferisco solo alla presenza della magia occulta. Perché una forza negativa e malefica presente in quel prodotto e che fuoriesce, colpisce chiunque è lì vicino, tocca l'intelletto della persona, provocando pensieri benevoli co­sì che si compra quel prodotto subito.

    Senza neanche rendersi conto del prez­zo o della convenienza. Sa che è buono e in realtà può essere un prodotto ottimo, solo che la presenza della magia occulta ne fa­cilita enormemente la vendita.

    In questo modo, il titolare di quel nego­zio o l'imprenditore di quel prodotto vende e si arricchisce, mentre gli altri imprendi­tori vendono meno, anche se guadagno sempre bene. Ma sono danneggiati.

    L'imprenditore che era ricorso alla ma­gia, si arricchirà forse, ma dovrà subire gli attacchi del diavolo contro di sé, perché potrebbe causargli lo sfascio della fami­glia, il divorzio per strane incomprensioni, la rottura della pace familiare, la perdita della pace e della vera gioia.

    C'è sempre un prezzo da pagare quan­do si ricorre alla magia occulta, e si paga subito o nel tempo. Ma il diavolo aspetta, non dimentica mai di riprendersi al mille per uno tutto quello che potrà, fino all'a­nima per portarla dove vive lui. Si prende molto di più di quanto poco aveva dato.
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    Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
    nell'aldilà

  • 83pico@live.it
    00 27/07/2009 00:29
    Adesso la maga è rinata in Cristo!!! [SM=x1698270]