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LA Religione contribuirà alla determinazione del credito scolastico. Ne dà notizia lo stesso ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, che dichiara: il "Consiglio di Stato accoglie le nostre posizioni". Il ministro "accoglie con soddisfazione la notizia", in quanto i giudici amministrativi ribaltano la sentenza del Tar Lazio che la scorsa estate bloccò le ordinanze emanate dall'ex ministro, Giuseppe Fioroni, nelle quali si afferma che anche la Religione cattolica contribuisce alla dote in punti che i ragazzi raccolgono nell'ultimo triennio in vista della maturità.

Il Consiglio di stato "ha riconosciuto la legittimità - continua viale Trastevere - delle ordinanze nelle quali si stabiliva che ai fini dell'attribuzione del credito scolastico, determinato dalla media dei voti riportata dall'alunno, occorreva tener conto anche del giudizio espresso dal docente di religione". Il perché è presto detto. "Il Consiglio di Stato infatti ha stabilito che, nel caso l'alunno scelga di avvalersi di questo insegnamento, la materia diventa per lo studente obbligatoria e concorre quindi all'attribuzione del credito scolastico".

Con la sentenza numero 7076 dello scorso mese di agosto il Tar Lazio accolse i ricorsi presentati, a partire dal 2007, da alcuni studenti, supportati da diverse associazioni laiche e di confessioni religiose non cattoliche, che chiedevano appunto l'annullamento delle ordinanze ministeriali firmate da Fioroni e adottate durante gli esami di Stato del 2007 e 2008. In quell'occasione manifestò il suo dissenso la parlamentare del Pd, Paola Binetti, che adesso si prende la sua rivincita. Cosa accadrà adesso?

L'anno scolastico è agli sgoccioli e, durante gli scrutini, i Consigli di classe dovranno attribuire il credito scolastico (8 punti per la terza, 8 per la quarta e 9 per la quinta) in vista degli esami di stato. Secondo quanto comunicato dal ministero, il giudizio dei prof di Religione dovrebbe concorrere alla determinazione del credito, ma solo per chi si avvale di questo insegnamento. Coloro che non seguono le lezioni di religione, ovviamente, non avranno né giudizio né credito. Sarà nei prossimi giorni lo stesso ministero a chiarire le modalità di applicazione del provvedimento.
(10 maggio 2010)