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Siddhārtha Gautama, del clan dei Śākya, nacque nella cittadina di Kapilavastu, odierna Tilaurakot, nel Nepal, all'inizio dell'epoca di Magadha (546-324 a.C.).
Dopo una giovinezza spesa nel lusso sotto la tutela del padre Śuddhodana, re di Kapilavastu, in seguito inglobato dallo stato di Magadha, Siddhārtha entrò in contatto con la realtà del mondo e concluse che la vita reale fosse fatta di ineluttabile sofferenza. Rinunciò così alla sua vita di agi per diventare un asceta dedito all'automortificazione. Compresa però l'inutilità di questa pratica, cercò di trovare una propria strada, un cammino di moderazione distante dagli estremi di autoindulgenza e automacerazione.
Sotto un fico sacro, oggi conosciuto come Albero della Bodhi, fece voto di meditare immobile finché non avesse trovato la verità. Dopo tre giorni e tre notti ottenne l'illuminazione, ma restò nel luogo per altre sette settimane ponderando le sue scoperte. Dopo di questo, cominciò a viaggiare nella pianura del Gange insegnando la sua dottrina e raccogliendo discepoli da tutte le caste e popoli. Si fece chiamare Buddha, cioè Risvegliato. Poiché tutte le correnti buddhiste riconoscono l'esistenza di altri Buddha oltre a quello storico, è più corretto indicarlo come Gautama Buddha o, come viene spesso indicato in diversi sutra, Buddha Śākyamuni.