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UNA EX MAGA SI RACCONTA

Ultimo Aggiornamento: 27/07/2009 00:29
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Città: PALERMO
Età: 54
Sesso: Maschile
26/07/2009 01:33

La prima cosa che si cercava di fare, era quella di infondere il rifiuto del sacro nelle persone colpite dalla fattura. Infatti, se la persona non prega più (se pregava), avrà pochissime possibilità di chiedere aiuto a Dio. Ma non ero io ad infondere il rifiuto del sacro, bensì colui che invocavo ogni notte. Lui doveva rimanere nella mente della persona colpita, ispirando continui pensieri contro Gesù e la Madonna, contro i Sacerdoti e la preghiera. Col tempo, la persona non avrebbe più creduto in Dio, aprendosi la porta verso l'abisso infer­nale. Sapeste quanti sono oggi quelli colpiti da queste fatture...

Il motivo che quasi sempre spingeva tantissime persone a venire a chiedere il mio intervento per distruggere economi­camente, fisicamente, mentalmente una persona, era dovuto all'invidia. Quante volte ho preparato fatture richieste dalle suocere per le nuore, dalle nuore per le suocere, da fratelli contro altri fratelli, da sorelle contro altre sorelle. A pensarci mi faccio schifo. Con la mia maledetta ope­ra di fattucchiera ho distrutto, letteral­mente distrutto persone e famiglie. Dio mi potrà mai perdonare?!? Ero pazza, agivo come fuori di me, incapace di fermarmi a vedere cosa stavo procu­rando a famiglie intere.

Non tutte le fatture che preparavo erano efficaci, perché se la persona che si doveva colpire aveva una Fede forte, non si poteva assolutamente disturbare. E quando mi accorgevo che quella per­sona non poteva essere colpita, diven­tavo come un'ossessa e dicevo molte be­stemmie, più di quelle che ripetevo come le litanie, quando la notte prepa­ravo le fatture ed invocavo il diavolo. Per preparare le fatture occorre essere amici del diavolo e lui è sempre presente quando si mescolano gli intrugli.

Ora mi rendo conto di avere ricevuto un grande miracolo, proprio grande, per­ché come dice Gesù: "Era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato" (Lc 15,24). Ero morta spiri­tualmente, ora gioisco grazie al mio Signore. Ma è stata la Madonna ad ottenermi questa Grazia, perché essendo stata invitata da una vicina di casa, ignara del mio lavoro, ad andare a Medjugorje, pensai a rilassarmi e feci il viaggio, ma odiavo tutti quelli che nel pullman pregavano e auguravo loro ogni male, ma erano protetti dalla loro fede, dalla loro preghiera. Arrivati lì, pensavo a tutto, tranne ad entrare nella Chiesa di San Giacomo, ma spinta dalla mia amica vi entrai. Non volevo inginocchiarmi e non lo feci. Rifiutavo tutto il sacro che vi era dentro e volevo bestemmiare ad alta voce, sentivo che il diavolo si era scate­nato dentro di me e mi spingeva a com­piere qualche gesto folle. Mi allontanai dalla loro presenza, perché li odiavo e camminavo senza guardare dove anda­vo. Vidi la statua della Madonna, mi avvicinai e la guardai. Fissai i suoi occhi, Lei mi guardava, il suo sguardo mi penetrava dentro, mi rovistava, stava succedendo qualcosa di imprevedibile e che non riuscivo a fermare.

Cominciai ad avvertire strane sensa­zioni, la testa si alleggeriva da tanti pen­sieri, cominciai a pensare a tutto il male che avevo fatto, ma questo in pochi se­condi, tutto si svolgeva molto veloce­mente e non ero io a guidare la mia men­te. Forse in meno di un minuto mi resi conto che la mia vita era stata solo un fallimento, scoppiai a piangere, sin­ghiozzavo, fiumi di lacrime mi cadeva­no dagli occhi e Lei lì, una statua che mi fissava e sentivo che mi diceva perché avevo compiuto tutto quel male. Perché ero stata così cattiva e chi aveva pregato così tanto per la mia conversione?

Dinanzi la statua della Madonna mi sono sentita sporca, cattiva ed impura. Ho provato per la prima volta vergogna di me stessa, anche se ero sola e nessuno mi ve­deva, o meglio, la Madonna mi guardava. La statua, ferma e silenziosa sembrava avere un cuore che vi batteva dentro. La verità è che il Cuore della Madonna in quei momenti l'ho avvertito dentro me, sentivo pulsare dentro, l'amore che per la prima volta nella mia vita provavo e piangevo, continuavo a piangere a dirotto.

In quei momenti l'amore verso la Madonna aumentò in maniera impres­sionante, sentivo che l'amavo come niente e nessuna cosa prima, anche se non sapevo nulla di Lei. Non avevo mai pregato in vita mia, non avevo fatto la Prima Comunione perché i miei erano contrari a tutto ciò che riguardava il sacro.

Dinanzi la statua della Madonna ho provato momenti di dolore per tutto il male che ho fatto nella mia vita; ho provato anche momenti di grandissima gioia, perché avevo scoperto che amavo. Mi sembrava di avere un cuore, mi accorgevo della sua esistenza, lo sentivo battere nel mio petto, lo seguivo con commozione ed in silenzio interiore.

Ero stata amata dalla Madonna, Lei mi ha insegnato ad amare. La mia vita era stata sempre piena di inquietudini, di invidie, di tristezza. Ho solo odiato nella mia vita, ma cosa ne avevo guadagnato?

Niente riguardo la vera gioia che si prova rimanen­do a guardare la statua della Madonna.

Il male che facevo prima era per me lo scopo della vi­ta, e più procuravo del male agli altri, più cresceva in me il desiderio di compiere del male. Parlando con un Padre francescano, mi spie­gò che ognuno di noi si sen­te fortemente attratto da ciò che compie, di buono o di cattivo. Chi fa del bene, sente il desiderio di farne ancora, chi fa del male, prova un forte piacere, aumentando la sua malizia. Non mi rendevo conto, ma ero una vera strega. Una indiavolata.

Chi compie del male, non riesce più a controllarsi, diventa schiavo della sua malvagità e l'influenza del diavolo aumen­ta a dismisura. È facile fare del male, so­prattutto senza essere visti, ma interior­mente ti svuoti sempre di più, non senti più emozioni, non hai più la consapevolezza della realtà, sembri vivere in un altro mon­do, ed è il mondo infernale. Che tristezza.

Chi compie del male, si rallegra per i danni causati agli altri, ma dovrà darne amaramente conto a Dio. Finchè uno vive come fuori di sé, accecato dall'invidia e dalla cattiveria, non si rende conto dei danni morali, economici e fisici che causa agli altri, anzi, prova grandi piaceri, gioi­sce delle disgrazie altrui. Proprio come fa il diavolo. E chi fa questo genere di male, diventa come un diavolo, perché si riem­pie del suo spirito, si lascia guidare, diven­ta una persona posseduta dal diavolo.
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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
nell'aldilà

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