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UNA EX MAGA SI RACCONTA

Ultimo Aggiornamento: 27/07/2009 00:29
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Città: PALERMO
Età: 54
Sesso: Maschile
26/07/2009 01:35

UNA EX MAGA SI RACCONTA_2

Tra i preparativi di fatture e maledi­zioni, gli appuntamenti con le persone che venivano a trovarmi, ho avuto anche alcu­ne relazioni sentimentali. Anche una fat­tucchiera si innamora. Non è l'amore puro e bello che sto provando adesso, quello che avevo prima era un amore selvaggio, impulsivo, irragionevole.

Seguivo il mio istinto, non ragionavo sulla liceità di una relazione. Non seguivo i sentimenti e la ragione per valutare l'op­portunità della relazione, consideravo solo se era simpatico. Non ho incontrato molti uomini, anzi, pochissimi.

La vita sentimentale l'ho vissuta in mo­do agitato. In verità, tutta la mia vita è stata un'agitazione ininterrotta, fino all'incontro con la Madonna.

Anche nella sfera sentimentale non ho provato quelle gioie che vedo nei volti di due persone innamorate. In me c'era come un velo scuro davanti agli occhi, forse lo avevo anche nella mente.

Mi guidava l'irrazionalità, non la saggezza o il buonsenso. Ero trasgressiva senza realizzarlo nella pratica. Che stranezza.

Adesso ho compreso come mai, pur essendo cosi trasgressiva non ricercavo negli uomini il vizio del peccato. C'era qualcosa... o qualcuno che mi guidava a dedicarmi al lavoro di fattucchiera. Il dia­volo mi guidava e mi dava quelle energie e quella insaziabile sete di danneggiare le persone.

Vivevo per questo. Pensavo ai lavori che dovevano realizzarsi nel tempo e pe­riodicamente mi sentivo con i clienti per conoscere lo stato delle situazioni. Però, se volevo, potevo sapere notizie anche du­rante i riti magici che compivo la notte tra le due e le tre. Però avevo paura, non vole­vo vedere neanche nella mia mente il volto agghiacciante e bruttissimo del diavolo.

Ero molto combattuta, vivevo una dissociazione interna, eppure, non potevo fa­re a meno di desiderare il male degli altri.

Era una droga e questa droga me la pas­sava continuamente satana. La droga era il suo spirito, la sua vicinanza.

Una volta venne un uomo che deside­rava una sua collega, ma non era corris­posto. Mi chiese cosa doveva fare e quanto doveva pagare. Diceva di essere innamo­rato della donna e avrebbe fatto follie per sposarla.

Come al solito chiesi di portarmi qual­cosa di personale della donna, che io avrei poi utilizzato durante i riti magici, sempre la notte.

Dopo il primo incontro cominciai a pensare spesso a quell'uomo, strani pen­sieri mi arrivavano alla mente. Decisi di attirarlo a me, invece di farlo fidanzare con la collega.

Così, quando mi portò alcuni effetti personali della donna, li buttai di nascosto e lavorai ad alcune mie cose personali. Gli diedi una innocua miscela da iniettare in un cioccolato o in un dolce. Quella miscela era acqua.

Invece, la vera fattura la feci bere a lui, offrendogli una bibita. Dopo alcuni giorni ritornò, disse che pensava di meno a quella donna, in modo discontinuo. E cominciò a farmi complimenti. Uscimmo insieme e dichiarò di essere innamorato di me, che non poteva fare a meno di me e che era pronto a sposarmi.

Io pensai di avere ecceduto nella preparazione della miscela. Era proprio cotto.

Ci frequentammo per un mese circa, mi stancai e non volli più incontrarlo. Lui non voleva allontanarsi, così la notte preparai una miscela per fargli arrivare da satana pensieri di allontanamento da me. Cosa che è pure riuscita bene.

Adesso mi chiedo se sia stato un bene per quell'uomo non avere sposato quella donna, perché avremmo dovuto utilizzare la magia occulta per creare un matrimonio con l'aiuto del diavolo.

E se lo sposavo io senza l'aiuto della magia? La vita cambia dalle scelte fatte. Adesso dico questo, ma allora non pen­savo affatto al matrimonio, io vivevo per soddisfare la mia sete satanica, preparando la notte fatture per arrecare gravi mali a persone e famiglie.



Sono stata ad un ritiro con un gruppo mariano nei locali delle monache di clau­sura. Ogni volta che entro in un monastero la gioia mi pervade, mi aiuta a racco­gliermi, a ritrovare me stessa. A casa non posso trovare questa pace perché il rumore esterno è troppo chiassoso. La pace la de­vo portare dentro me, ma come è possibile trovare così presto la vera pace interiore dopo avere danneggiato tantissime perso­ne? Ritorno sempre a pensare al male.

Non sono diventata scrupolosa e non vedo ovunque il peccato, è il grande aiuto che ricevo dal mio Padre spirituale a darmi determinate conoscenze. La giustizia di Dio è molto precisa. Dio è Amore, infatti, ha dimenticato tutti i miei peccati dopo la mia Confessione, rimane da riparare o espiare i miei peccati. Nella Confessione mi è stata tolta la colpa a causa del mio pentimento, rimane la pena da espiare. E siccome non voglio finire in Purgatorio, voglio condurre una vita impegnata.

Senza la Madonna non potrei mai con­tinuare questo cammino di conversione, ne faccio esperienza ogni giorno e l'ho let­to nel Trattato della vera devozione di San Luigi da Montfort.

E molto facile seguire tutte le tentazio­ni che mi arrivano alla mente, solo l'aiuto soprannaturale mi dona la forza di resi­stere. Senza la preghiera non potrei mai continuare questo cammino di conversio­ne. Sono moltissime le tentazioni che mi assalgono e questo manifesta che devo an­cora purificarmi ed avere il dominio della mia volontà. D'altronde ognuno di noi è creato per la vita eterna, non per questo breve tempo che si rimane qui.

Quindi, in quel monastero ho sentito molta pace e provavo gioia. Non si è al­lontanato dalla mia mente il desiderio di diventare monaca di clausura, non dipende solo da me. Quello che ho visto lì dentro mi ha commosso. L'atmosfera mistica, il silenzio, il raccoglimento delle monache, i loro modi dolci e soavi. Ho visto un mon­do diverso, vero, spirituale, opposto al no­stro mondo. Un luogo diametralmente op­posto ed autentico rispetto al mondo in­gannevole in cui viviamo.

Siamo rimasti un giorno in ritiro, ab­biamo partecipato in Chiesa alle preghiere con le monache e ci siamo ravvivati nei propositi e nel cammino di preghiera.

Quando si fa l'esperienza del ritiro, si prova una nuova spinta interiore, ci si sen­te più spirituali e buoni. L'adorazione al Santissimo è stato il momento più bello, per il silenzio contemplativo e l'odore pu­rissimo che sentivo attorno a me.

Avevo sentore di un profumo mai sen­tito, forse era l'incenso, ma non l'avevo mai avvertito un incenso simile. Conoscevo invece un fetore insoppor­tabile quando ero intenta di notte a lavo­rare le fatture. Non riesco adesso a capaci­tarmi come potevo tollerare la presenza e il fetore di interiora di animali e di resistere dinanzi a certi miscugli vomitevoli.

L'ho scritto già che ero fuori di me quando ero intenta a fare del male agli al­tri. Il pensiero di danneggiare e di operare il male mi faceva andare in eccitazione.

Avevo una tale emozionalità da sentir­mi un'altra persona.

Avevo una forza incredibile, un vigore da sembrare drogata, mentre era lo spirito di satana a caricarmi di continuo. Ero una sua schiava. Non ero consapevole.

Ho scritto che molte persone insospet­tabili chiedono l'aiuto della magia occulta per migliorare le vendite e per proteggersi da altri concorrenti dediti pure alla magia.

È vero che il diavolo dà la sua prote­zione, in cambio però chiede l'anima. Anche se non c'è un accordo concreto, è ovvio che il diavolo dà una mano per prendersi il braccio e tutta la persona, e portarla un giorno insieme a lui nell'infer­no. Come non si capisce questo dramma? Molti ricorrono alla magia, più di quanto pensiate. Il danno gravissimo del ricorso alla magia è quello di voler ottenere qualcosa, danneg­giando gli altri. Non deve lasciarci indiffe­renti, è bene riflettere sulle conseguenze del ricorso alla magia.

Un negoziante che vuole attirare i clienti con la magia, può riceverne vantag­gi, ma se il diavolo permette questo au­mento di incasso, causerà malattie strane in famiglia, litigi gravi, incidenti ed altro.

Lui dà qualcosa, ma è libero di agire come vuole nella persona che è ricorsa alla magia occulta. Fino a quando non si cerca la magia, il diavolo è incatenato, soprattut­to dinanzi a chi prega molto ed è consacra­to alla Madonna. Il discorso è diverso per chi non è protetto dalla Grazia di Dio.

Ci si rivolge alla magia per averne dei vantaggi anche attraverso il danno arre­cato ad altri concorrenti, il dazio che si dovrà pagare lo sa solo il diavolo. Ripeto, rivolgendosi alla magia si dà libero acces­so al diavolo di fare quello che vuole con­tro la persona e contro la sua famiglia.

Molti di quelli che ricorrono alla ma­gia, utilizzano qualche simbolo riferente al diavolo nell'ambiente del lavoro o nelle foto o nella pubblicità sui manifesti o in te­levisione. Sono simboli satanici che non si vedono facilmente, sono camuffati e mis­chiati in mezzo ad altri simboli. I simboli satanici indicano che il titolare è ricorso al­la magia occulta e tutti i prodotti che vende sono `protetti "dal diavolo.

Come mai dinanzi a due prodotti simili e sconosciuti ne scegliamo uno senza al­cun motivo apparente? Mi riferisco solo alla presenza della magia occulta. Perché una forza negativa e malefica presente in quel prodotto e che fuoriesce, colpisce chiunque è lì vicino, tocca l'intelletto della persona, provocando pensieri benevoli co­sì che si compra quel prodotto subito.

Senza neanche rendersi conto del prez­zo o della convenienza. Sa che è buono e in realtà può essere un prodotto ottimo, solo che la presenza della magia occulta ne fa­cilita enormemente la vendita.

In questo modo, il titolare di quel nego­zio o l'imprenditore di quel prodotto vende e si arricchisce, mentre gli altri imprendi­tori vendono meno, anche se guadagno sempre bene. Ma sono danneggiati.

L'imprenditore che era ricorso alla ma­gia, si arricchirà forse, ma dovrà subire gli attacchi del diavolo contro di sé, perché potrebbe causargli lo sfascio della fami­glia, il divorzio per strane incomprensioni, la rottura della pace familiare, la perdita della pace e della vera gioia.

C'è sempre un prezzo da pagare quan­do si ricorre alla magia occulta, e si paga subito o nel tempo. Ma il diavolo aspetta, non dimentica mai di riprendersi al mille per uno tutto quello che potrà, fino all'a­nima per portarla dove vive lui. Si prende molto di più di quanto poco aveva dato.
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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
nell'aldilà

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