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Obama in Cina sollecita dialogo con Dalai Lama

Ultimo Aggiornamento: 18/11/2009 22:40
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17/11/2009 08:34

PECHINO - Il presidente Barack Obama ha chiesto alle autorità di Pechino una ripresa del dialogo con il Dalai Lama mentre il presidente cinese Hu Jintao ha detto che bisogna respingere "il protezionismo commerciale in ogni sua forma".

I due presidenti hanno ammonito l'Iran che "vi saranno conseguenze" se non dimostrerà le sue buone intenzioni sul suo programma nucleare mentre hanno concordato che per quanto riguarda la Corea del Nord la strada da perseguire "é la ripresa del dialogo a sei". In una apparizione congiunta, dopo colloqui bilaterali nel grande Palazzo del Popolo, Obama e Hu Jintano hanno inoltre espresso l'intenzione di voler evitare il fallimento della conferenza sul clima di Copenaghen.

"Senza gli sforzi congiunti di Stati Uniti e Cina, i due maggiori consumatori e produttori di energia, non può essere raggiunta una soluzione al problema del riscaldamento del pianeta", ha detto Obama. "Non vogliamo un accordo parziale o una semplice dichiarazione politica ma piuttosto un accordo che copra tutti i punti dei negoziati e che possa avere effetti immediati", ha aggiunto l'inquilino della Casa Bianca. Nel colloquio odierno si è parlato di diritti umani. Obama ha ribadito che nella sua visione "sono valori universali".

Ha chiesto alla Cina di riprendere il dialogo con i rappresentati del Dalai Lama. Ed ha riconfermato la politica Usa di 'una sola Cina' per quanto riguarda Taiwan. Sul fronte economico Obama ha ribadito la necessità di un nuovo modello di crescita "sostenibile" e sottolineato la necessità di aggiustare il valore dello yuan alla realtà del mercato. Obama resterà a Pechino fino a domani pomeriggio per poi trasferirsi nella Corea del Sud, ultima tappa del suo viaggio in Asia.




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18/11/2009 22:40


La Chiesa sotterranea in Cina
si sente dimenticata

La notizia che mons. Francesco An Shuxin, vescovo coadiutore di Baoding (Hebei), roccaforte della Chiesa sotterranea, si è iscritto all’Associazione patriottica ha suscitato stupore, scandalo, ma anche dolore e preghiere e qualche precisazione, come quella della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, che afferma di non aver fatto pressioni su mons. An.
La dolorosa vicenda presenta ancora dei lati oscuri…


Suscita dolore e discussione il caso di mons. An Shuxin

La Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli afferma di non aver fatto pressioni su mons. An. Sacerdoti sotterranei lamentano che i loro vescovi in prigione e loro stessi sono abbandonati. I pochi risultati dell’iniziale dialogo fra Cina e Vaticano.

Roma (AsiaNews) – La notizia che mons. Francesco An Shuxin si è iscritto all’Associazione patriottica ha suscitato stupore, scandalo, ma anche dolore e preghiere e qualche precisazione, come quella della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli, che afferma di non aver fatto pressioni su mons. An.
Mons. An Shuxin, vescovo coadiutore di Baoding (Hebei), roccaforte della Chiesa sotterranea, dopo 10 anni di prigione forzata e isolamento nelle mani della polizia, ha deciso di essere riconosciuto come vescovo ufficiale. Per questo, ha dovuto accettare di iscriversi all’Associazione patriottica, l’organismo del Partito che ha come scopo la costruzione di una chiesa indipendente da Roma. La Lettera di Benedetto XVI ai cattolici cinesi definisce l’Ap e il suo ideale come “inconciliabile con la dottrina cattolica” (Cfr Asianews.it, 29/10/2009: Vescovo clandestino dell’Hebei diventa membro dell’Associazione patriottica).
Molti sacerdoti di Baoding sono scandalizzati dalla scelta del vescovo. “Per decenni – essi dicono – la Chiesa sotterranea non ha mai accettato compromessi con l’Ap, pagando anche con la vita e la prigionia la loro adesione al papa”.
Suore cinesi vicino a Baoding hanno detto ad AsiaNews che esse pregheranno “ancora di più” per il vescovo. Secondo loro, la scelta di mons. An è dovuta al senso di abbandono che si respira nella Chiesa sotterranea, considerata “un intralcio” nei possibili rapporti fra Cina e Vaticano.
Un sacerdote clandestino di Zhengding afferma che “da anni vi sono diocesi sotterranee senza vescovo e per quello che vediamo la Santa Sede non si preoccupa di trovare candidati. Da decenni ci sono vescovi in prigione, ma nessuno sembra fare qualcosa per la loro liberazione”.
Un altro fa notare che la “dimenticanza” della Chiesa sotterranea è andata di pari passo con alcuni timidi segnali di dialogo fra il governo cinese e il Vaticano. Ma egli sottolinea i “pochi risultati” ottenuti. “In questi ultimi due anni - dice ad AsiaNews – al Vaticano non è stato possibile ordinare nemmeno un vescovo ufficiale, anche se ce ne sarebbe bisogno”.
Fonti di Baoding dicono che mons. An avrebbe scelto di iscriversi all’Ap perché questa avrebbe minacciato di isolarlo e fare un altro vescovo al suo posto, portando scompiglio nella comunità sotterranea. La sua scelta sembra dettata dal tentativo di salvare la comunità e un minimo di lavoro pastorale, anche se sotto il controllo dell’Ap. Anche due sacerdoti sotterranei, i padri Pang Guangzhao e Jiang Yanli, hanno deciso di iscriversi all’Ap forse per gli stessi motivi e sono stati subito liberati dal carcere. Altri sacerdoti rimangono in prigione.
Diverse fonti sostengono che la Congregazione vaticana per l’Evangelizzazione dei Popoli avrebbe “fatto pressione” su mons. An perché lui uscisse dalla clandestinità. A questo proposito, un comunicato della Congregazione, pubblicato anche da Fides, afferma: “In questi giorni stanno circolando notizie sulla situazione della Diocesi di Baoding, Hebei, Cina Continentale, ed in modo particolare sul Vescovo Coadiutore S.E. Mons. Francesco An Shuxin. Le suddette notizie parlano di una lettera indirizzata al Presule dalla Santa Sede in merito alla sua concelebrazione con un vescovo illegittimo, e attribuiscono alla Congregazione per la Evangelizzazione dei Popoli di aver autorizzato tale concelebrazione e di avere fatto pressione perché Mons. An uscisse dalla clandestinità, iscrivendosi all’Associazione Patriottica. La Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli rigetta categoricamente tali affermazioni come prive di qualsiasi fondamento”.
AsiaNews 03/11/2009
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Discendiamo all'inferno fin che siamo vivi (cioè riflettendo su questa terribile realtà) - diceva Sant'Agostino - per non precipitarvi dopo la morte".
nell'aldilà

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